SCIE – residui di vite incrociate è un progetto fotografico che racconta il moto dell’essere umano.
Storie di vite che passano veloci e incontrano lo sguardo del fotografo.
Intorno al solo istante impresso su carta, nasce l’interpretazione del passato di una persona o del suo futuro. Il puntino temporale dell’istante dello scatto è estratto dalla linea della vita che il soggetto sta disegnando lungo il mondo, coi suoi dinamismi e i suoi sentimenti. Quante linee che si incrociano, si sovrappongono, si muovono insieme, si allontanano.
Gli incontri quotidiani con le scie altrui lasciano tracce sulle nostre esistenze. Di qualcuno ci rimarranno accesi colori indelebili, o profondi solchi scuri; qualcuno passa come una delicata carezza, altri li dimentichiamo, o non li abbiamo mai nemmeno notati.
Forse senza essercene accorti, qualcuno di essi ci ha già sconvolto la vita.
Incrociare lo sguardo di uno sconosciuto passante può così diventare più significante di quanto avremmo immaginato. Fermarsi a osservare il movimento, il viaggio, la sosta, la riflessione di altri esseri umani, diventa spunto per ri-conoscere noi stessi, punto di partenza verso altri percorsi, in altre direzioni, verso vita nuova.
Nuova vita ti chiedono le fotografie che incrocerai nell’installazione.
Il fotografo stesso non è che l’estremità di un’ennesima striscia colorata. Nel suo passare, ogni tanto si ferma a guardarne un’altra, a sfiorarla per metterla a fuoco.
Stai già incrociando il suo pensiero, ora. Passando per i suoi percorsi di luce, incontrerai la scia della sua idea.
Puoi focalizzare e reinterpretare ogni umano ritratto. Tu riesci a vederne il prossimo passo? O quello prima?
Il visitatore è invitato a dare una propria storia ad ogni foto, per lasciare che Scie incroci anche la sua scia.
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2012-2014 © Giancarlo Colloca